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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


L'Ambrogio riflessivo di Agostino

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 26 Agosto 2022, 09:49am

Tags: #I PADRI

(La Cassiciaco di Agostino)

(La Cassiciaco di Agostino)

Quando leggeva, gli occhi correvano attraverso le pagine, la mente penetrava il significato, e la bocca taceva. Spesso, essendo noi presenti (poiché non era proibito a nessuno di entrare, né c’era l’uso di annunciargli chi entrava), l’abbiamo visto leggere, in silenzio e mai in altro modo e, dopo esserci anche noi seduti con discrezione (chi avrebbe avuto il coraggio di disturbare una persona così intenta?), ce ne andavamo pensando che lui, per quel poco tempo che si concedeva per ritemprare la sua mente libero dall’assillo dei problemi altrui, non volesse essere distratto da altre cose … (Agostino, Confessioni – libro VI).

E’ con occhi pieni di ammirazione che il retore Agostino, non ancora approdato al cristianesimo ma a Milano sì però, come per un disegno provvidenziale, per ascoltare Ambrogio vescovo di cui si faceva un gran parlare, descrive quello che sarà il suo maestro, colui che lo instrada, forse il modello del suo futuro episcopato. Perché Agostino è stato un intellettuale di altissimo profilo, un contemplativo, certo, teologo e fondatore di un ordine religioso, sperimentatore della vita solitaria e del cenobio a Cassiciaco; ma anche un vescovo di valore, immerso nei problemi della sua gente a cui vuole che tutto giunga comprensibile nei suoi discorsi. Che siano afferrati anche dal più umile dei fedeli.

E’ così l’Ambrogio di cui si parla ne Le Confessioni. Il quale – è detto – poco tempo riserva a sé, separato per un breve lasso di tempo dai crucci della sua gente.

Quell’uomo intento a leggere, appartato, che tutti possono vedere – quasi un esempio – deve essere stato di una severità e di un’autorevolezza singolari, al punto che nessuno in quei momenti avrebbe osato infastidirlo.

E’ quello che dovrebbe accadere a ciascuno di noi, immersi nello scrutare ciò di cui ci dissetiamo, di cui la sete mai è spenta. Quella figura scultorea e pensosa di Ambrogio sono convinto che debba essere stato il modello per i pittori (Botticelli, ad esempio) che si sono cimentati più tardi con il ritratto di Agostino. Se lo guardi infatti è esattamente quello che è viene descritto in questa pagina.

Vorrei aggiungere che nella vita può capitare di incontrare uomini e figure di questo spessore e che essi sono un gran tesoro, scolpito nel nostro cuore.

A volte sarebbe bello pensare che lo stesso si possa essere noi per altri in ricerca. Che senza domande, osservando, comprendano che solo quel silenzio trattenuto garantisce prima o poi una risposta. Il silenzio che domanda. E’ lo spazio ed il respiro tra tutto il resto che rimane affanno. 

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