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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


Padri e figli - dinamiche di apparente liberazione

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 25 Ottobre 2023, 11:50am

Tags: #I PADRI

Padri e figli - dinamiche di apparente liberazione

Mi sembra cosa evidente che gli umani cerchino per sé sempre nuove forme di schiavitù. Ci limitiamo in genere a chiamarle anche abitudini. O appuntamenti improcrastinabili che ci imponiamo perché il vuoto del non avere impegni pressanti e non aggirabili sembra metterci paura come ogni libertà alla quale-  per rifare il verso al vecchio Sartre – ci sentiamo condannati. A scorrere gli anni trascorsi su questa terra, potrei personalmente elencare tutti gli obblighi che mi sono imposti, le cose da fare, quelle da rispettare, i tempi, le date, quel che non si doveva mancare. Solo col tempo accade - e non a tutti - di scoprire l’arcano e l’autoinganno. Le schiavitù ci aiutano a liberarcene. Ci ripropongono ogni volta il senso ed il sapore della ribellione, cosicché per lunga parte della vita, venuta meno l’autorità di un padre (quello reale biologico e quello che imponiamo a noi stessi, il nostro super-io), sembra indispensabile imporsene di continuo degli altri con i quali ripetere stucchevolmente la medesima dinamica di sempre: schiavitù e relativa liberazione.

Al fondo ci deve essere una non risolta relazione con la paternità e con l’autorità, indubbiamente, cosa che del resto vedo comune a tutti, chi più chi meno; e dove la ripetizione meccanica della dinamica è tale che gli uomini solo in questa maniera riescono a costruirsi un percorso che li faccia sentire di volta in volta più liberi e più vicini all’espressione di sé (si tratta poi di un’illusione, perché dietro l’angolo ecco già la schiavitù successiva).

Per quanto strano possa sembrare a certuni, si tratta dello stesso rapporto dialettico che viviamo con l’Assoluto, col Padre con l’iniziale maiuscola; che abbiamo con la religione (e l’ideologia) per chi ne abbia una. Non si tratta a ben vedere di una grande intuizione.

Fin dai testi più antichi della Bibbia, il rapporto instaurato tra il Dio Padre e il suo popolo ha tutte le caratteristiche tipiche del dualismo padre-figlio, a volte in modo esplicito, altre meno. E come in tutte queste relazionalità non può esserci che un legislatore, un vigile, un normalizzatore per quanto benevolo e disposto al perdono, il custode; ed un popolo che deve obbedire.

In più gli si chiede di amare: le norme e l’obbedienza a queste. Il padre sa che così non sarà, anche se continuerà a sostenere “se obbedirai, sarai nell’abbondanza e sarai felice”.

Quel Padre, quel legislatore è anche e soprattutto la trasposizione di quel che siamo con noi stessi. Sono le norme che ci imponiamo e proviamo gusto a trasgredire. Magari non sempre …

La lotta estenuante che ci attende è simile a quella di Giacobbe. A cui alcuni intendono dare il ruolo del vinto e del convinto, del convertito. Il che non è esattamente. Dallo scontro, il nostro resterà ferito e claudicante per sempre. La sua vittoria, è tutta in quella scala verso il cielo su cui si sale solo dopo aver lottato. E’ la libertà la vera elezione.    

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