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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


Padri e patriarchi

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 29 Dicembre 2019, 12:24pm

Tags: #I PADRI

Caravaggio -Sacrificio di Isacco (particolare)

Caravaggio -Sacrificio di Isacco (particolare)

Padri, non esasperate i vostri figli! Chissà a quale realtà si riferiva Paolo nello scrivere ai cristiani di Colosse. Nella stessa lettera, l’apostolo delle genti aveva già a lungo descritto i doveri e gli oneri familiari, di mariti e mogli, di figli soprattutto, nei confronti dei loro genitori. Tutte cose che potremmo dire sono già scritte in un codice naturale dei rapporti. Con al di sopra di tutto, la carità, cioè l’amore. Che poi vuol dir molte cose. Lo diremo filìa o invece agapè. O lo diremo semplicemente affetto o solidarietà.

In fondo, alla solidarietà universale richiamano persino i più delusi tra i poeti. La Ginestra leopardiana ne rappresenta un esempio “scolastico”. Se il mondo è il trionfo della ferocia (Nature e Islandesi compresi), all’uomo illuminista e razionale, non resta che confidare nel dovere morale, che è poi sempre una scialuppa di salvataggio, della solidarietà: siamo tutti sulla stessa barca. In realtà, qualcuno naviga su barche più stabili di altre, a voler guardare le cose con obiettività.

Anche se i padri perdessero il senno, la vecchiaia di costoro non andrebbe oltraggiata ma onorata fino in fondo, avverte l’autore del libro del Siracide che però è pur sempre specchio di un’altra dimensione sociale, quando i vecchi, pur se non garantiti da nessun regime di welfare, nelle famiglie erano una istituzione. C’erano cioè, senza badanti, ed assolvevano ad una funzione: quello di raccontare, quindi di insegnare, tramandare, di fare saggezza. In una società come quella nostra, in Occidente, un mondo in cui gli anziani costituiscono  una percentuale notevole tale da preoccupare per la stessa sostenibilità futura del welfare e del regime pensionistico, quei vecchi sono un appello ancora più insistente. Sono ai margini, pur costituendo il bastone per molte giovinezze precarie e senza lavoro sicuro. Sono il salvadanaio e qualcosa di più di quelli che hanno dai quaranta in giù. Che potrebbero persino non aver lasciato casa. Come accadeva in qualche modello intramontabile di società patriarcale. Onorare padri e madri – oggetto non solo di norma da decalogo – si declina in molti modi ed è questo uno dei dilemmi di molti tra noi, quando il tempo ha cominciato a diventare incalzante e pure un po’ impietoso, paletti o non paletti ben piantati in terra.

Chissà poi quale sarà la distanza giusta, è tutto da vedere. Quel che appare di nuovo è che quei padri e quelle madri potrebbero essere in effetti pure esasperanti, come rileva Paolo.

E forse tali sono prima che incalzi la vecchiaia di cui dicevamo. Lo diventano quando le loro aspettative e le loro pretese interferiscono con le scelte di figli ancor giovani ed in formazione, che si trovano a dover scegliere cosa fare di sé.

Le richieste del vecchio non più autosufficiente invece non rientrano in questa prospettiva. Qui si tratta solo di una richiesta più o meno esplicita di aiuto, in cui talvolta rientra anche il lamento protratto ed ingiustificato, l’insistenza e persino il capriccio del vecchio tornato un po’ bambino. Anche da questo ci si difenderà, ma con la tenerezza che si ha per chi ha meno strumenti di noi per comprendere decidere e ragionare.

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