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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


A quale santo votarsi - la devozione popolare dal Medioevo in poi di fronte alla malattia

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 25 Febbraio 2020, 12:36pm

Tags: #la storia

Un San Sebastiano di Mantegna

Un San Sebastiano di Mantegna

Mi sembra “in tema” e perciò ne parliamo. Conoscete la fede popolare nei santi taumaturghi che rispondono in modo particolare alla necessità di intercedere se non di intervenire nel corso del diffondersi delle malattie?

Bene. Se così non fosse, Ludvig Andreas Veit, tra gli altri, ha dedicato una seria monografia all’argomento.

A questo fine (guarigione e protezione dalle malattie) si celebravano messe votive in onore dei ventiquattro patriarchi, dei santi ausiliatori (14 o 15); dei sette gaudi e dei sette dolori di Maria; messe votive contro le malattie; per la peste, al beato Giobbe (sic!); una a san Rocco ancora contro la peste; a san Sebastiano, per la pestilenza; a san Sigismondo per la febbre; e così ancora a san Michele e san Raffaele arcangelo. Il che spiega anche il diffondersi di queste pratiche; di chiese e cappelle votive a loro dedicate, specie nel contado, e specie in corrispondenza con le grandi epidemie dell’epoca.

A chi dovesse pensare che questo ricorso alla pietà popolare sia un antico retaggio di un lontanissimo passato, opporrei volentieri quello che ho scoperto in questi giorni in rete, con una serie di commenti che in buona misura vi risparmio.

Tra i tanti, quello per cui, in seguito allo svuotamento delle acquasantiere nella Diocesi di Piacenza, qualcuno arrivava a commentare che “tanto avrebbe fatto felice Satana”. O altri, che la chiusura delle chiese era esattamente ciò che questi avrebbe desiderato.

Insomma, il tenore è questo.

Mi sono messo poi alla ricerca delle preghiere ad hoc.

La più gettonata è rivolta a San Rocco, anche in testo latino, e anche questa ampiamente commentata e pubblicata in questi giorni sul web. Così come quella a Maria Stella del Mare. Da cui ovviamente viene – come dall’ignoto - ogni male e ogni contagio, anche metaforicamente. Senza dimenticare che il contagio in mare, durante la navigazione, con relativa quarantena, è un’altra costante dei secoli di cui andiamo parlando.

L’igiene a bordo era quel che era, così come la promiscuità. E, allo stesso modo, chi navigava attraccava in paesi in cui erano presenti malattie ed epidemie che presto venivano importate, sconosciute, e per le quali di rado esisteva un rimedio. Il male (anche la tradizione ebraica naviga su questa rotta) viene sempre dal mare, da lontano.

Qui di seguito riportiamo ad esempio la preghiera di affidamento a San Rocco, pellegrino e guaritore:
Glorioso San Rocco, che per la vostra generosità nel consacrarvi al servizio degli appestati e per le vostre continue orazioni vedeste cessare la pestilenza e guarire tutti gli infetti di Acquapendente, in Cesena, in Roma, in Piacenza, in Montpellier, in tutte le città della Francia e dell’Italia da voi percorse, ottenete a noi tutti la grazia di essere per la vostra intercessione costantemente preservati da un flagello così spaventoso e così desolante; ma molto più otteneteci di essere preservati dalla peste spirituale dell’anima, che è appunto il peccato, per poter un giorno essere partecipi con voi della gloria lassù in Paradiso. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Amen.

A seguire quella rivolta a Maria Stella del Cielo

Stella Cæli extirpavit,
Quae lactavit Dominum,
Mortis pestem, quam plantavit
Primus parens hominum.
Ipsa Stella nunc dignetur
Sidera compescere,
quorum bella plebem cædunt
dirae mortis ulcere.
O piissima Stella maris,
A peste succurre nobis.
Audi nos, Domina,
Nam Filius tuus
Nihil negans te honorat.
Salva nos, Iesu,
Pro quibus Virgo Mater te orat.


[La Stella del Cielo, che diè latte al Signore, distrusse la peste della morte, che fu introdotta al mondo dal progenitore degli uomini. Si degni ora la medesima Stella placare il cielo, che irato contro la terra distrugge i popoli con la crudele piaga di morte. O pietosissima Stella del mare, Tu ne scampa dalla peste. Sii propizia alle nostre preghiere, o Signora, perché il tuo Figliuolo, che nulla a Te nega, ti onora. O Gesù, salva noi, pei quali ti prega la Vergine tua Madre.]

 A complemento del testo vi è quanto segue.

«Nella pestilenza che fu in Coimbra l’anno 1317 stavano con grandissimo timore le Suore del Monistero di S. Chiara per esser la loro stanza vicina all’infezione e poco discosta; stando dunque in pensiero di fuggire sentono bussar la porta, v’accorrono e trovano un pellegrino che dalle fattezze fu giudicato essere stato S. Bartolomeo, da esso sono consolate ed esortate a recitare spesso alla Madre di Dio quel che era scritto in una carta che diede loro e si partì. Elleno recitarono ogni giorno in coro e privatamente quell’Antifona, né furono tocche dal morbo benché per tutto bruciasse quell’incendio» (Tommaso Auriemma SJ, Affetti scambievoli fra la Vergine SS. e i suoi devoti, Venezia, 1712).

Per la storia. E per la sorprendente attualità.

Non avrei mai pensato a questo proliferare devozionale sul tema e sulle relative pubblicazioni ad hoc, in rete.

Dove c’è tutto, davvero. Ed il suo contrario. Sia detto pur col massimo rispetto. Reciproco, ci si augura.

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