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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


Maligne macchinazioni sul tema ...

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 11 Ottobre 2019, 16:12pm

Tags: #Lo spirito del viaggio

Maligne macchinazioni sul tema ...

Secondo la pagina evangelica che racconta di come un regno, se diviso in due, diventa poca roba, tutt’altro che tetragono agli attacchi esterni, il motivo prevalente è quello di individuare chi divide (diaballein) e chi separa. Chi si prende il gusto di farlo. Costui è Diavolo, per noi; diabolus, per il tardo latino degli scriptoria e poi delle sacrestie. E’ Beelzebul per la pagina d di cui sopra, con diverse variazioni sul tema e nel nome, leggesi Satana e dintorni. E’ infine tutta una serie di nomignoli nella credenza popolare, fino alle figure che confinano con gli elfi, gli gnomi, gli abitanti di foreste boschi, più che mai simbolo del misterioso e del minaccioso, dell’incontrollabile, dell’ignoto e dell’imprevedibile in un Medioevo protrattosi a lungo nelle paure e nelle leggende popolari. Che somigliano agli abitanti di una casa infestata dove scompaiono le cose, ma loro no. Dove le persone fuggono via o se le porta via la Nera Signora dalla Grande Falce, mentre loro si impadroniscono gelosi di ogni cosa, anche di quelli che da loro vengono fisicamente posseduti, detti da ciò pure indemoniati.

All’occorrenza, e all’obiezione,  vi si risponderà che lo stesso racconto dei demoni cento e più che riempiono una persona liberata dal Rabbì e che si vanno a infilare in un branco di porci che si butterà in un burrone, in un finale tutt’altro che lieto, sta lì a dimostrare che non si parla solo di pura e ancestrale fantasia. Che il demonio ed il demoniaco esistono eccome. Daimon, da cui demonio più o meno, è altro nome, generico, di cui non avevamo ancora detto.

E non è questo argomento con cui scherzare oltretutto.

Comunque lo si chiami, quello di cui ci si può liberare ma che se poi riprende il sopravvento rientra nelle stanze linde del nostro cuore con più piacere di prima (ipse dixit),  certifica la sua presenza nei testi sacri in modo molteplice e ben documentato. E del demoniaco diamo ormai all’incomprensibile della storia, nel male ovviamente, nelle violenze e nelle perversioni.

Ora, se del titolo di Belzebù le cronache del 900 coronarono pur’anche il mitico Andreotti, il Dante del Trecento si divertiva ad inventare i Malebranche e i Malacoda. E poi gli Scarmiglione e Alichino, Calcabrina e Cagnazzo Barbariccia Libicocco Draghignazzo; Ciriacco Graffiacane Farfarello e Rubicante. Un po’ come nel linguaggio ubriacante dell’istrionico frate Cipolla.

Se tutto ciò che è divisivo attenta all’unità, per definizione; tutte le posizioni che non tendono all’unanimità e neppure la salvaguardano sarebbero quindi diaboliche in qualche modo. Tanto a seguire la logica quanto l’etimologia. Tanto che l’eresia, che pure indica semanticamente separazione, in più traumatica e meditata, è senz’altro diabolica essa stessa. Così, chi si separa, è diabolico fin nei processi dei secoli andati, roghi e così via. E finisce naturalmente nel fuoco. E non separarsi, sacrificarsi in nome dell’unità e della conformità, è per qualche verso santo.

Seguendo questo filo, ci sono uomini, anche nella politica attuale non solo italiana però, che di divisivo hanno tutto, che dividunt et imperant appunto. Che un po’ ne avrebbero fatto uno strumento del mestiere. Carpendone il segreto.

I nomi non si dicono, per carità e per prudenza, ma gli ultimi mesi in Italia e altrove, ne indicherebbero facilmente nomi, personalità e cognomi. Che i regni siano divisi e che quindi cadano in pezzi, dovremmo credere che sia stato un loro obiettivo. Macchinazioni del Maligno, senza meno.

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