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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


(timidi) suggerimenti per un Paese che invecchia

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 2 Aprile 2024, 11:09am

Tags: #Lo spirito del viaggio

(timidi) suggerimenti per un Paese che invecchia

Dal momento che siamo tutti diventati cultori del benessere e dell’immagine, la nostra, fatto salvo il sapiente ed abbondante uso del fotoshop e della chirurgia, va detto che per invecchiare bene, per chi ha la fortuna di poterlo fare (un mio amico mi ricordava che gli acciacchi sono inevitabili per quelli che non sono chiamati prima al tribunale dell’Altissimo), occorre che si verifichi una serie di condizioni che mi sembrano essenziali.

L’argomento, per quanto leggero del resto è tutt’altro che peregrino in un Paese in cui l’indice di natalità è drammaticamente in rosso da anni (anche il 2023 lo è stato, anzi segnando un’ulteriore flessione). E in più mi è suggerito da qualche commento che leggo sui social e persino sulle mie pagine dove ho bellamente postato gli effetti (!) dei miei avventurosi allenamenti in palestra tra anelli, cavi, sbarre e così via.

Non che uno non si debba rassegnare a che il tempo passi (l’importante è che passi benino), ma che ci si prenda cura di sé – detto in soldoni – conviene a tutti, servizi sociali e sanitari compresi. Laddove la spesa di settore, per malattie indotte dal sovrappeso e dall’obesità, dalla sedentarietà, è un onere sociale per tutto il sistema. E quindi anche per le finanze e i tributi del comune cittadino. Dopodiché, che ciascuno affronti l’inevitabile scorrere del tempo nel modo che ritiene migliore per sé, non autorizza nessuno sui social e sui media a giudicare, a deridere, a pontificare, a condannare soprattutto.

Il sottoscritto, di cui a qualcuno non è sfuggita la piega spiritualistica presa negli ultimi anni, si è già visto rinfacciare che questa mal s’accorderebbe con quelle immagini così materialistiche, così superficiali del suo corpo in esposizione. Cosa che deve far crepare di rabbia qualcuno. E che ad altri appaiono la dimostrazione palese della sua sostanziale inautenticità.

Perché si possa invecchiare bene – lapalissiano - in primo luogo bisognerebbe avere di che vivere: non la miseria che vediamo diffusa. Un lavoretto, dico, una pensione sufficientemente decorosi per non dover vivere nell’indigenza. O per decidere di andare a svernare in Portogallo, viste le agevolazioni. Per non essere costretti in ogni caso a starsene chiusi in casa – in questi condomini alveare di città - perché altre spese non si potrebbero affrontare. Per non essere costretti a mangiare poco e soprattutto male, quello che si chiama cibo spazzatura. Per non dire delle spese mediche da affrontare. E non solo perché il pubblico ti fa aspettare.

Bisogna non coltivare vita natural durante e gelosamente il dolore e il rimpianto, come dicono. Non volgere lo sguardo perennemente al passato. Guardare al presente e al più, al domani, come ad un’occasione. Liberarsi dei pesi che impacciano e possibilmente anche dei rapporti e delle persone che facciano da zavorra.

Può aiutare avere qualcosa in cui credere e che dia speranza. Non per forza la promessa di un premio futuro. Occorre coltivarsi, leggere scrivere suonare, dipingere, vedere, visitare, anche viaggiare.

Occorre avere fortuna (avrei detto meno elegantemente, in altro modo) e confidare nella genetica oltre che nell’abitudine al movimento. Occorre coltivare amici ed affetti ed occorre cercarsene di nuovi.

Bisogna infine non aver timore che siano invecchiate anche le nostre idee e certe nostre certezze. Perché anche esse cambiano, maturano, si trasformano. O addirittura muoiono. Esattamente come noi.

Bisogna in fin dei conti provare a non averne paura, del cambiamento. E a vivere pienamente. E non perché sotto la minaccia di conseguenze terribili e peggiori. Ma per il gusto di provare a non perderne più di cose di valore.

E’ il sapore e l’odore delle cose che le rende belle e buone. Mentre i farmaci, di contro, non ne hanno quasi mai uno che non sia sgradevole.  

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