FARISEI

La domenica del fariseo – Ho fatto le mie preghiere. Sono stato alla funzione liturgica. Ho dato una bella elemosina. Mica come quelli che dio solo sa …

La domenica di quegli altri (i pubblicani) – Non sono riuscito neppure a dire un versetto per pregare. Mi nascondo qui dietro, per la messa. Entro dopo, alla chetichella. Già immagino quello che avrebbero da dire …

Sinceramente – e credo che questa sia la condizione dei più – un po’ pubblicano mi ci sento. Di sentimenti non tutti nobili è pieno il mio cuore. Se li riconosco come tali, un po’ mi ribello e lotto, ma insomma resto quel che sono. E sono pure un po’ fariseo. Mi sono alzato presto, mi son detto tutte le mie orazioni. Sono stato a messa e mi sono pure comunicato. Mica come quello … Cioè come pure quella parte di me che non vorrei riconoscere come mia, che non si comunica mai, che non si confessa, che si sente o perduto o perfetto. Insomma, il coacervo è inestricabile.

I farisei sono spiritualisti, in genere, e basta. E se ne fregano di quel che accade. Non prendono neppure posizione. Si può insultare, accusare, perseguitare chiunque, sui social o di persona. I pubblicani insultano e vengono insultati. Partecipano alla bagarre ed alla fine qualcuno ne prova un po’ vergogna. Non tutti e non sempre.