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cultura e spiritualità


L'IPOCRISIA CHE NON RISPARMIA IL VIDEO - mea culpa

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 2 Marzo 2018, 11:36am

Tags: #la storia

L'IPOCRISIA CHE NON RISPARMIA IL VIDEO - mea culpa

Un gruppo come altri, in rete, con le sue contraddizioni e le sue ipocrisie. Forse solo con la voglia di non essere tirato per i capelli in polemiche e questioni che potrebbero sembrare da cortile.

Eppure si tratta di un segnale importante, perché dicono – credono a ragione – che la libertà di un Paese o di un settore, di un mezzo si calcoli anche a partire dalla libertà di movimento che viene consentita alla satira. Ricordo all’indomani del caso Charlie’s Hebdo, ci si battè molto sulla questione.

Ora, un mio amico invia un pezzo molto spiritoso (anzi lo condivide) ad un gruppo cui è iscritto e che si chiama – poniamo – “Lieto passatempo”. Nel pezzo si fa ironia sul calcio e sulla politica nostrana. “Per cortesia – gli fanno – elimina questo post dalla pagina perché qui non si parla né di politica né di calcio”. E’ giusto, ne hanno diritto. Però questo è il mondo fatto a compartimenti stagno, dove “questo sì e quello no” (e non è che si sta parlando di pornografia), e per cui, come recitava in un pezzo a teatro un noto attore italiano “se ti tolgono la politica, il calcio, i carabinieri etc, usi e costumi di ogni tipo che potrebbero ferire differenti sensibilità presenti nel Paese”, ti manca proprio il pane da mettere sotto i denti … Che è quel che accade in molte aree del mondo non virtuose. E ora, direi, con molte eccezioni (ma lì si tratta, non con garbo, questioni e fake news che è inutile commentare), anche in qualche spazio della Rete dove dunque l’Ipocrisia corre sul video.

Non parleremo di questo e quello, ma di libertà di espressione va fatto. E’ la misura – insegnavano anche i classici greci e latini – la linea di demarcazione, cioè il buon gusto, quello che abbiamo detto “il garbo”. E’ che forse stiamo perdendo progressivamente la percezione della libertà, del motto di spirito, con questo nostro prenderci così sul serio (in qualche caso non nego che sia necessario, ma seri lo si è anche sdrammatizzando e sorridendo), con questa pur legittima (!) volontà di non avere seccature e di non aprirsi al confronto.

Ieri hanno arrestato un’altra volta il più noto dei rappresentanti dei compagnucci della parrocchietta.

Anche così, chiusi e protetti l’uno dall’altro, nulla può garantire alcuno dall’uragano. Dai quei gruppi, come quel mio amico ha fatto e come con altri omologhi sta facendo, occorre uscire per evitare la claustrofobia e la sciocca censura dell’ipocrisia formale. 

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