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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


PAZZI E PICCIRIDDI DIO LI AIUTA - L'entusiasmo di un ragazzo - da Davide a Manfredi

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 19 Gennaio 2018, 11:24am

Tags: #la storia

PAZZI E PICCIRIDDI DIO LI AIUTA - L'entusiasmo di un ragazzo - da Davide a Manfredi

In quei giorni, Davide disse a Saul: “Nessuno si perda d’animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere contro questo Filisteo”. Saul rispose a Davide: “Tu non puoi andare contro questo Filisteo a combattere con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d’armi fin dalla sua adolescenza”. Davide aggiunse. “Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo”. Saul rispose a Davide: “Ebbene va’ e il Signore sia con te”. Davide prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella bisaccia; prese ancora in mano la fionda e si avvicinò al Filisteo. Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva, Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era u ragazzo, fulvo di capelli e di bell’aspetto. (1 Sam 17,32-33 37 40-42)

Davide, come si vede dunque, è davvero il primo dei “figli del tuono”, il primo dei Boanèrghes, così come saranno soprannominati Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, fratello di Giacomo, nel Vangelo di Marco. Ce n’è una popolazione, in ogni tempo.

Al pensiero cioè, segue immediata l’azione. Un po’ come l’agire reattivo e repentino di un Napoleone manzoniano (cadde risorse giacque, dal Manzanarre al Reno etc.) che rapido passa da una decisione all’altra, da un fronte all’altro.

Non mi dilungo oltre a descrivere la bellezza energica di Davide rappresentata del resto nei capolavori di scultura e di pittura rinascimentali. In ogni caso egli è solo un ragazzo, bello d’aspetto e fulvo. Mi sembra di potervi scorgere qualcosa nel ritratto che Dante ebbe in mente per il suo Manfredi di Svevia “bello era e biondo e di gentile aspetto”.

Il destino di entrambi sembra essere segnato ed è insieme drammatico e radioso.

Un ragazzo dunque?

Ma ragazzo era anche Geremia che sente gli manchi l’esperienza e le parole per il compito che gli viene affidato (“non dire sono giovane …”). E lo è Samuele quando è chiamato più volte nella notte – allora Dio parlava poco al mondo, si precisa – per rispondere “parla, il tuo servo ti ascolta”.

L’energia di questa giovinezza non solo interiore ha la forza del tuono e della tempesta che si abbatte sul presuntuoso e su chi sottovaluta l’entusiasmo della gioventù del cuore, di chi si spende per intero in favore di ciò in cui crede, di Colui a cui ha creduto, tanto da aver salvato la pelle con l’orso e con il leone.

A ben vedere, la lotta apparentemente impari di Davide simboleggia la lotta che si intraprende con quel che appare più forte di noi. “Ti divorerà” – ci vien detto. E invece il ragazzo è memore di altre battaglie vinte, di come un sasso ed una fionda messi in mano alla determinazione ed alla fiducia, alla memoria ed all’affidamento, possono tirar giù montagne di uomo come il Gigante.

I nostri limiti enormi possono essere affrontati anche a mani nude. Il ciottolo preso nel torrente è come il seme di senape. E’ minuscolo ma è capace di imprese inattese e grandiose. Forse è questo il senso della raccomandazione “se non diventerete piccoli …”. Si deve tornare insomma ad avere la fiducia di un ragazzo. Un vecchio proverbio napoletano mi pare suoni più o meno così “pazzi e picciriddi, Dio li aiuta!”.

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