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la voce di simeone

la voce di simeone

cultura e spiritualità


senza una parola

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 22 Novembre 2021, 18:16pm

Tags: #preghiere, #I PADRI

senza una parola

Perché pregare in silenzio? (altri la direbbero “meditazione”, ma forse questa è solo un atto preliminare. Pregare è un passo successivo). Perché “lampada ai miei passi è la tua parola, luce al mio cammino” (salmo 118, Nun).

Se tieni in mano una lampada ma accendi anche altro – fiaccole fanali e torce - quella lampada non si vede più e quel cammino non è più illuminato da quella luce di prima, ma da altro. Che non è detto non accechi e non sia ingannevole. Il che spesso accade, perché “non tutto è oro ciò che luccica” – come dice la sapienza degli anziani-  e spesso ciò che luccica infatti è inganno e trappola. Spesso lo è. Così comem se non lasci che sia quella lampada a far luce; allo stesso modo accade, se aggiungi suoni e parole in eccesso a quella parola che ti viene suggerita dall’intimo del cuore, voce interiore, cioè dal tutto libero e assoluto, forse l’unico legame esistente tra noi e la trascendenza.

Si tratta nei fatti di una voce che ci trascende; che va oltre l’individuo, oltre il noi stesso; e che ci riconosce tutti partecipi allo stesso modo della stessa domanda (universale). O della stessa musica, per restare in tema.

In questo, l’interiorità è dotata di una musicalità universale. Aggiungervi altro significa disperdere la possibilità dell’ascolto, come se ascoltando la voce alla radio, mi mettessi a suonare nel contempo alla batteria. Non suonerei niente oltretutto, se non avessi prima ascoltato suonare.

Così dico della preghiera.

“Sulla mia bocca sempre la sua lode, canterò tutto il giorno il suo splendore” (salmo 70). Ancora cantare quindi: di quello splendore/luce che prima abbiamo dovuto guardare.

Ma di quale canto si tratta quindi? “Devi cantare a Lui – scrive Agostino (Commento sui salmi) - ma non in modo stonato. Non vuole che siano offese le Sue orecchie (io direi persino non cantare e farlo solo col pensiero). Cantate con arte, fratelli – prosegue – Quando, davanti a un buon intenditore di musica, ti si dice: canta in modo da piacergli, tu privo di preparazione nell’arte musicale, vieni preso da trepidazione nel cantare, perché non vorresti dispiacere al musicista [….] Orbene, chi oserebbe presentarsi a cantare con arte a Dio, che sa ben giudicare il cantore, che esamina con esattezza ogni cosa e che tutto così bene? [….] Ecco egli ti dà quasi il tono della melodia da cantare (ma devi ascoltare ndr.): non andare in cerca delle parole, come se tu potessi tradurre in suoni articolati un canto di cui Dio si diletti. Canta nel giubilo  [….] che significa comprendere e non saper spiegare a parole ciò che si canta col cuore. [….] Il giubilo è quella melodia con la quale il cuore effonde quanto non gli riesce di esprimere a parole.

A me sembra che sia già abbastanza per sostenere che non esiste una preghiera più intensa di quella interiore e silenziosa. Senti come un motivo che non sai ripetere neppure col suono, ma che contiene tutto, dalla prima all’ultima nota.   

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