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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


Questa è casa mia

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 29 Agosto 2020, 10:01am

Tags: #unica

Questa è casa mia

In uno slancio di sincerità, volle dirmi quel che segue. Che la vita che aveva vissuto in quegli anni, aveva inconsapevolmente corrisposto a quel che desiderava – sosteneva. Che per lui vivere dovesse somigliare sempre a un’avventura. Il che è sempre, alla fine. Anche quando questo non si sceglie. Vale per ogni esistenza terrena. E così quindi non fermarsi, non mettere radici, aver deciso che casa sua fosse semplicemente lui, non un edificio, non quattro mura; non un ruolo e neppure una struttura unanimemente riconosciuta.

Riconoscerlo adesso, gli era costato fatica e qualche senso di colpa nei confronti di quel che avrebbe dovuto pretendere da sé e di quello che riteneva altri gli potessero richiedere. Ad esempio di fermarsi – ancora! - e di costruire, mura bastioni rapporti, ricoveri per sé e per altri, un indirizzo ed un numero di telefono, una residenza, sempre gli stessi. Come se il pensiero non lo fosse già, in sé, un rifugio per gli uccelli, stabili o migratori che fossero, anche una tana.

Solo che queste cose non sono patrimonio del pensare comune e che molti credono solo a quello che vedono e toccano con mano, mentre il resto è giudicato impalpabile e passeggero, scritto sulla sabbia: si disperderà. Così, rocce e sabbia che non sono solo materia, secondo lui ...

Era stata un’avventura, più che esaltante, si direbbe faticosa (ricordati di Davide e di tutte le sue fatiche – salmo 131); ma i giorni erano passati e aveva scritto pagine e pagine che ogni tanto, nel silenzio, all’alba e alla sera, andava a ripercorrere, per trovare pace.

Per molti era uno spiantato e cioè senza neppure un pied a terre dove riposare. Così che se era tentato di crederci anche lui in qualche occasione, non poteva non concludere che era esattamente quel che aveva desiderato per sé.

Un giorno nel tempio – ricordava di aver letto - mentre tutti portavano le proprie offerte, una vedova che aveva giusto un paio di monete, lasciò tutto quello che aveva. Ed era davvero il massimo per le sue finanze. Aveva pensato di assomigliarle un po’. Questa storia gli piaceva.

Ho dato il poco che avevo. So che basta. Che, se tornassi indietro,offrirei come sempre solo quello che ho. Ed io – riprese – non potevo offrire che la mia voglia di percorrere tante vie, di mettermi in mezzo all’avventura, di vivere con dentro l’idea che questa è casa mia. Che essa è ovunque io la porti con me. Quando finiremo, la casa verrà via con me. Le cose fatte invece come il fumo dai comignoli da lontanissimo.      

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