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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


Prima di dormire - Preparazione alla sospensione del tempo

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 5 Marzo 2018, 21:18pm

Tags: #unica

Prima di dormire - Preparazione alla sospensione del tempo

Non è per aumentare il carico di tristezza che ci viene già imposto e rovesciato quotidianamente da quel che ci accade intorno e che in qualche modo – spesso sgraziato - ci viene raccontato: per cui, proprio non se ne sente il bisogno. Ma solo per descrivere, un po’ a pretesto, quel che viviamo ogni giorno, in qualsiasi condizione, perché per tutti è lo stesso mistero.

Che ogni sera, per cominciare, soli o meno che si sia, in casa e nel proprio letto, mentre il simbolismo ancestrale della notte si prende cura della nostra psiche, “Amore e Psiche”, spenta la luce - a chi la spegne - poi ci si abbandona confidenti al sonno.

Me la descrivono così la scena di chiusura del famoso calciatore di cui da ieri raccontiamo il mistero dell’ultima ora, dell’eroe giovane e sano, di quelli che “gli eroi popolari muoiono giovani”.

Quando eravamo bambini ci avevano insegnato una preghiera ormai desueta, come una sorta di affidamento, che faceva così: “ti ringrazio Signore di avermi conservato in questo giorno [….] Custodiscimi nel riposo liberami dai pericoli …”.  

L’ho ritrovata nel cassetto di una vecchia scrivania che mi hanno regalato (avrebbe fatto una brutta fine, altrimenti). Con ciò, ci si raccomandava perché la notte passasse tranquilla (“Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo” – si recita alla chiusura dell’ultima preghiera di Compieta).  O anche, di poi, come accadeva in un monastero che ho conosciuto, il padre priore benediceva sul capo con l’acqua, con un arnese, desueto anch’esso (non ne conosco il nome, come una sorta di paletta o di aspersorio), quelli che se ne andavano a dormire, perché la notte ci trovasse forti e segnati, come alle porte degli Ebrei dell’Egitto, perché gli stipiti fossero riconoscibili ed individuabili, e l’angelo della morte li risparmiasse.

Ma non volevo farne una lezione ...

E’ che certe cose, pur pittoresche, solo pittoresche non lo sono mai, e che in fondo, come in questo caso, indicano quello che l’uomo sente di essere, se ascolta questo silenzio – come oggi alcuni ci invitano a fare da ieri. Cioè un soffio …

Quello che per fortuna nessuno ci dirà (e noi neppure lo vogliamo sapere) è come il sonno si trasformi d’incanto – si immagina - in un ultimo riposo: perché è davvero troppo personale e troppo sacro. Ne abbiamo consapevolezza. E, senza tristezza, dovremmo tenerlo sempre davanti agli occhi. L’ira e la rabbia e tutto il resto ancora prima di dormire, è bene che lascino il posto ad altro. A questo.

Il nostro cuore rallenta il suo corso e neppure sa se si risveglierà. Non si pone il problema: l’orologio va. E allora, ogni cosa per cui abbiamo combattuto e lottato sarà sospesa come le palpebre chiuse, ora, appoggiati al cuscino, messi nelle mani di Dio e del destino. Dov’è sempre che siamo. Così che nemmeno di un giorno, se così non dovesse essere di suo, potremmo mai allungare questo cammino terreno.

Ah il silenzio della notte, con il bicchiere d’acqua sul comodino, un libro chiuso, tutto più o meno sparso in terra e sulle sedie! E neppure se stiamo vivendo la sospensione di un tempo breve o quella del nostro, qui e ora.

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