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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


LETTERA DALLA TERRA AD ALTRI MONDI DI ALIENI

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 31 Agosto 2017, 16:14pm

Tags: #Lo spirito del viaggio

LETTERA DALLA TERRA AD ALTRI MONDI DI ALIENI

Sono senza parole e con il fiato corto.

A chi segue un altro percorso; a chi studia, ad esempio, e a chi segue l’affannoso tentativo di riflettere e di porsi anche il problema di conoscere e di capire; a chi viene naturale di studiare e anche approfondire , c’è una parte del mondo, anche di quello che si dice di credenti, che non riconosce il diritto all’esistenza; per non dire poi alla diversità. E’un problema culturale e di approccio, esistenziale e di sistema, nell’era della massificazione: da qualsiasi parte si sia, con Cesare o invece con Dio. O senza nessuno dei due …

La diversità insomma, intesa non per essere ad ogni costo diverso (sarebbe una pretesa ed un malanno se fosse solo una continua corsa ad esserlo ad ogni costo); ma semplicemente a manifestare la ricchezza la larghezza la profondità della libertà della creazione e delle sue espressioni.

Vivo con apprensione e con dolore questa condizione: quella di non sentirmi mai abbastanza “compreso”, cioè intendo “contenuto” in nessun posto.

Perché di fronte a manifestazioni di una certa religiosità apparentemente tradizionale e popolare ma al più pigra e formale, certe feste e certe processioni certe manifestazioni divenute ormai folclore, al più equivocamente devozionali, non riesco che a tirarmi indietro, pur senza nulla obiettare, per non ferire. O forse solo per stanchezza. Il che magari sarà solo una tentazione. E chi lo può dire?

Non so sopportare, lo confesso, chi mi invita a lasciar perdere, a non leggere troppo e troppe cose, e non dico neppure di scrittori “profani” (ne esistono?); quando dietro di loro, teologi o quel che sia, non circolerebbe lo Spirito, solo la lettera e la parola.

Ed è così che cacciano fuori dal tempio ogni uomo che non sia a loro dire pneumatico, spirituale ed ortodosso. Eppure, non può essere così. La storia del pensiero, dell’uomo e anche del cristianesimo, quello che intende crescere e approfondirsi in ogni dove, non funziona così.

Ma intanto ce lo sentiamo dire, “questo è fuori, questi non è …”.

E giuro che neppure replichiamo più.

Ci hanno già bollato: siamo gli snob e siamo gli intellettuali di poca fede. Questo persino nel corpo della Chiesa, in qualche membro – come voglio sperare.

Nel cui corpo dunque non si riconosce nessun legame plausibile tra cuore e cervello; e a cui di quest’ultimo si intende e si ritiene di poter fare tranquillamente a meno. La mia fede (poca?) non stacca invece mai gli organi tra loro.

Sono preoccupato, ad ogni modo – non lo nascondo – tanto per il diritto che pure rivendichiamo ad essere, sia per la deriva che ciò indica e significa. Lo vedo fare anche in altre religioni.

Io non sono tra quelli che usano e consigliano ancora l’Indice dei libri e neppure il filtro dell’ignoranza come approccio puro e preferenziale a Dio. Il nostro desiderio di trovare merita rispetto. E Dio ne son certo ne ha. Come di tutti gli uomini di buona volontà.

Dobbiamo imparare a non scandalizzarci evidentemente. E a che non avvenga per causa nostra.

Neppure alzo troppo la voce: a Dio, alzo il mio grido; a lui salga la mia voce – dice un salmo. Ma anche di quella conoscenza della salmodia si va a contestare …

Questo mondo che si vanta e si inorgoglisce della propria ignoranza! A che serve? – ci sentiamo dire. E di seguito si sghignazza: “Gesù non ha detto che si debbano conoscere e leggere tutti i salmi …”. E così a seguire …

Ogni volta che sento farmi l’obiezione dell’ignoranza o del fideismo cieco – lo ammetto infine - non so più opporre se non il dolore silenzioso e lo sgomento che mi prende e che mi chiude lo stomaco, fino a provocarne dolore.

Ovunque, sembrerebbe allora, davvero dovunque, gli uomini appena e un po’ appena pensanti sono considerati fuori dal loro schema.

Moriremo da diversi – mi dico - come diversi siamo nati ed anche questo mi convince ancor di più che ci sia solo una casa da desiderare e da considerare come propria, quella irraggiungibile per molti esseri umani purtroppo senza immaginazione e senza fantasia.

Mi dico: gli uomini bambini vanno assecondati, lasciati nel loro non sapere e in nessun’ansia di farlo? O non invece mai dimenticare che anche i piccoli andrebbero svezzati e condotti a ricercare la conoscenza? Io non ho dubbi su questo punto se “fatti non foste a viver come bruti …”.

E forse questa sofferenza ci spetta e ce la siamo meritata. Intendo, ovvio, come andazzo e come sistema.

Il diverso - mi è ovviamente chiaro – altro non è, sempre, se non un granello fastidioso inserito nell’ingranaggio della norma. E se non è riconosciuto, è solo perché è un punto di domanda ed una pietra di inciampo per chi crede di percorrere la giusta via, cioè quella di sempre. Forse quei bambini sono nati già vecchi. Cioè credono di non aver nulla da imparare. Punto!  

Ps. Infilo il messaggio nel web come si fa con quello del naufrago nella bottiglia. Da qualche arriva. Fosse pure dall’altra parte dell’Universo trasmesso da questa Terra ad altri mondi di alieni.

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