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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


L'APOCALISSE I LAPIDARI E LE VIRTU' SIMBOLO DELLE PIETRE

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 18 Maggio 2017, 16:37pm

Tags: #recensioni

L'APOCALISSE I LAPIDARI E LE VIRTU' SIMBOLO DELLE PIETRE

Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. Le fondamenta della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffiro, il terzo di calcedonio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardonice, il sesto di cornalina, il settimo di crisolito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio,l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.

Il gusto è quello che è, in questa rappresentazione simbolica e sfolgorante, quasi barbarico; e non potrebbe mai essere frutto di un’educazione artistica ellenica ed atticheggiante, secondo le nostre conoscenze, anche se su questo punto vi riservo più di qualche sorpresa, traendola dai testi greci.

Al più la descrizione è da regno da Mille e una Notte. Così come certi intarsi e certi accostamenti arditi starebbero bene sulla corona di Teodolinda regina e del re Agilulfo. E anche questo spiega qualcosa.

Vorrei sapere però – può essere un buon esercizio per chiunque - quali simbolismi precisi esistono dietro le parole della nostra Apocalisse di Giovanni. Ma sto per offrirvi un vademecum …

Me la trovo tra le mani anche questa mattina, la pagina dell’Apocalisse, e resto ancora una volta abbacinato dalla descrizione di questa città di berillo e di diaspro, io che al più ricordo solo lo smeraldo il topazio e soprattutto l’ametista, viola, che gli zii del Sud America portavano dalla terra del loro esilio ...

O anche i lapislazzuli che, mi dice un confratello affezionato, dall’Emilia, è lo sfondo e la base assai cara per quei manti pieni di riflessi e di stelle che sono nelle icone, io che ci avevo persino pensato a provare a riprodurne, ma insomma a ciascuno la sua arte …

E allora mi sono ricordato dei miei trascorsi da studente accanito della storia e della cultura del Medioevo (non che altri tempi siano meno interessanti) e dei lapidari e poi ancora dei bestiari di cui leggevo sui libri brandelli e citazioni.

Non perché avessi in mente di passare in rassegna ad una ad una tutte le simbologie del passo, ma per ricollegare, questo sì, quanto meno ad un lascito di cultura letteraria e spesso popolare (non sempre e non solo) questa mania dei palazzi e dei castelli fatti di pietre preziose e di cristallo che popolano persino le nostre fiabe (vd. sopra), altra faccia del mondo di Bengodi: dalle finestre di marzapane ai pavimenti di diaspro cristallino con sotto un’acqua che scorre sotterranea e visibile, come in certe case delle nostre archistar sulle riviste; e come nel simbolismo di un mondo purissimo da cui non sgorga che acqua che purifica come le terme del Bullicame nella poesia medievale di Dante.

In essi è “solo” l’immaginario di un mondo povero di cose preziose, che desidera; e di qualcosa da mangiare, che non possiede. Si tratta insomma dei sogni di una società bisognosa.

Mi sono andato di seguito a spulciare qualcosa.

Leggo ed elenco quanto segue intanto. Si tratterebbe dei principali tra i lapidari in latino medievale:  dal 500 dC alla meta del sec. XIII.

Isidoro di Siviglia - 560-636 - Etymologiarum Sive Originum Liber XVI

Beda Venerabile - 672-735 - Explanatio Apocalypsis Liber III

John Damasceno - 670-756 - De fide Orthodoxa

Rabanus Maurus - 784-856 - De Universo Libri XXII

Marbodo - 1035-1123 - Liber Lapidum Seu de Gemis

Costantino africano - 1015-1087 - De gradibus

Santa Ildegarda - 1098-1179 - De Lapidibus

Alberto Magno - 1193-1280 De Mineralibus

Arnoldo Saxo - 1200 c.a. - De gemmarum Virtutibus

Bartolomeo Anglico - 1200 c.a. - De proprietaribus Rerum

Thomas of Cantiprè - 1200-1270 - De lapidibus

Vincent of Beauvais - 1200-1264 - Speculum Majus

Poi, a seguire, visto che le radici affondano assai più lontano, riporto alcuni passaggi tratti da Le pietre mirabili. Magia e scienza nei lapidari greci, Ludmilla Bianco, Sellerio Palermo 1992. Troverete molte delle pietre dell’Apocalisse e non è detto che non vi siano proprio per rappresentare quei poteri sulla natura di cui qui di narra e si argomentava non di rado fantasticando assai …

Vi sono pietre dalle virtù talismaniche e taumaturgiche di tradizione assai remota. Così il corallo, potente filatterio rosso sangue, o la galattite, la pietra del latte usata ancora oggi dalle donne greche di Melo e di Creta durante l’allattamento.
II cristallo, il corno di cervo, talune pietre efficaci contro i serpenti, compaiono solo nel Lapidario Orfico e nella sua epitome, mentre il gruppo delle onici si trova esclusivamente nel Libro di Socrate e Dionigi. Le pietre «favolose» sono presenti in quest’ultimo e nel lapidario latino. Alcune di esse, la chelidonia, la pietra del falco, della rana, del gallo o della tartaruga sono tratte da animali, altre derivano le loro speciali facoltà dal colore, dalla forma o dall’odore.

Molteplici e diverse le virtù. Le pietre guariscono, leniscono, allontanano i mali, procurano dei benefici. Esse agiscono sugli dei come sulla natura: influiscono sui fenomeni celesti, le piogge, la grandine, i fulmini, i venti e le tempeste sul mare, sulla crescita delle piante; operano sul corpo e sulla psiche di colui che le porta come su coloro con i quali egli viene in contatto.

Così il diaspro, di un delicato verde primaverile, ottiene dagli dei pioggia abbondante sui campi riarsi; la licnite allontana la grandine, l’agata arborea produce un ricco raccolto; il berillo trasparente, colore del mare, se vi è inciso Poseidone, protegge dai pericoli del naufragio, e il corallo, appeso con pelle di foca all’albero maestro della nave, si oppone ai venti, e offre resistenza ai flutti agitati dalla tempesta.

Vi sono pietre che giovano alla salute in senso generale, come l’agata, e pietre che possiedono proprietà medicinali specifiche, come l’opale, ottima per curare o prevenire le malattie degli occhi, in grado di ridare acutezza alla vista, ma pure di rendere invisibili i ladri (nel Medioevo è simbolo anche di astuzia). La falsa agata e lo zaffiro sono eccellenti contro le febbri cicliche; il diaspro è adatto per l’epilessia; il corallo utile per la milza e le emorragie. Per l’udito va bene la pietra dei serpenti o ofite; per chi soffre di reni c’è il cristallo; per le cefalee la corsite e ancora l’ofite; per il fegato il berillo; per qualsiasi tipo di dolore l’ostrite. Altre pietre si rivelano particolarmente efficaci in caso di avvelenamento o di morsicature di rettili.

Troviamo anche pietre profetiche come la siderite, l’ossidiana, la pietra della tartaruga, la ieracite; pietre che assicurano successo e fortuna nelle relazioni interindividuali, negli affari e nei commerci (smeraldi e topazi), nei tribunali, nei viaggi, in politica, nei rapporti sociali e familiari, in amore, nelle relazioni con i superiori. Altre ottengono il favore dei potenti, allontanandone la collera, e consentono di portare a felice compimento tutto quel che si intraprende; rendono eloquenti, simpatici, graditi. Così chi desidera essere un buon parlatore, porti l’agata o il magnete; gli atleti, i sovrani, gli ambasciatori abbiano con sé la pietra del gallo; per la pace in famiglia, un matrimonio saldo e duraturo, si può sempre ricorrere al magnete. Se uno schiavo desidera la libertà porti lo smeraldo, se si cerca un tesoro, la pietra giusta è quella della talpa, mentre nei viaggi, contro briganti e malintenzionati, non va dimenticato il corallo. La pietra di mirra rende la donna affascinante; ma per l’amore sono perfette anche l’agata (se la possiedi nessuno ti opporrà un rifiuto), la saurite, la pietra della rana, nonché il magnete.

Qualche pietra viene usata per arrecare il male, come la terribile pietra della vendetta, la pietra media; certune servono per evocare le ombre, come il diadoco; la pietra dell’upupa fa apparire di giorno, come se si fosse nelle tenebre, visioni spaventose di fantasmi (per cui non la si usi mai prima di coricarsi).

 

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