Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

la voce di simeone

la voce di simeone

cultura e spiritualità


ANNUNCI E RISVEGLI DI VICINI TROPPO RUMOROSI

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 25 Marzo 2017, 19:23pm

Tags: #Lo spirito del viaggio

ANNUNCI E RISVEGLI DI VICINI TROPPO RUMOROSI

Una volta, in tv le “signorine buonasera” erano chiamate anche annunciatrici. Provate a chiamarle così adesso. Non capirebbe nessuno: certo non i nostri ragazzi!

E collegando il nome ai volti di allora, delle televisioni di quell’era paleolitica che non c’è più, tornano in mente nomi alla rinfusa: Cannuli e Morgan, Vaudetti ed Elmi, Orsomando e Roberta Giusti. Ed annunciavano ora lo sceneggiato a puntate della sera, ora il varietà.

Ma era un mondo fa.

L’idea bislacca e nostalgica mi salta in mente stamane mentre faccio i conti con la festa liturgica dell’Annunciazione.

In fondo anche certi volti della nostra tv era angelici: la Farinon per esempio. Molti erano puliti, senza malizia apparente, come quelli della donnina del dado Star.

Altri invece erano allusivi, Morgan e Cannuli, come del resto lo era stato l’Angelo (Azzurro) della Dietrich, il primo angelo del grande schermo, prima dei Ghost e degli angeli di Wim Wenders appollaiati su Berlino.

La verità è che la vita è un’attesa perenne di annunci: ora la Freccia Nera; ora che arrivi l’ospite d’onore; ora “Nuntio vobis magnum gaudium”. Anche se vale in generale che “morto un papa se ne fa un altro” e insomma purché si annunci che si va  avanti, l’annuncio che qualcosa è da venire, va tutto bene: come a dire che finché c’è vita c’è speranza e finché qualcuno è pronto ad annunciare il cambio di scena, vuol dire che la commedia (la comedie humaine) non è ancora terminata.

And the winner is - dicono i reality - copiando bellamente dalla notte degli Oscar dove sbagliano pure l’annuncio del nome dei vincitori.

Ora, probabilmente, per certi versi, l’annuncio di quel bambino a Maria, fu un annuncio sbagliato, non completo. Sulla roulette dell’esistenza umana, di quella che chiamiamo “fortuna”, a suo figlio nato nel modo che ci viene narrato, non sarebbe andata bene.

Avrebbe fatto una fine ingloriosa. Ma insomma, l’annuncio di sventura glielo avrebbero dato Simeone ed Anna davanti al tempio. E insomma anche qui annunci e quant’altro: “signora, suo figlio morirà giovane”. Come se ti dicessero “è ammalato di un tumore allo stadio terminale, si prepari al peggio”. E insomma grazie a lui, la ricerca andrà molto avanti, con i suoi organi vivranno degli ammalati in attesa di trapianto; insomma, il suo sacrificio salverà un po’ di gente, più o meno direttamente. E’ un annuncio anche questo: si prepari ...

Che è poi l’annuncio che tocca a tutti: si prepari perché lei non vivrà mica in eterno, tenga ben chiara la cosa …

Dopodiché uno spera sempre che giunga l’annuncio che è stato trovato l’elisir dell’immortalità, che uno è venuto a salvarti la vita, che risorgi, che ti potranno pure inumare ed ibernare o ancora cremare, ma stanne certo, risorgerai, “surge qui dormis”.

Quell’annuncio lo attende l’uomo da quando si è svegliato alla coscienza, si è reso conto di non esser longevo come Dio, si è trovato nudo, cioè in mutande di fronte alla mortalità; e in fin dei conti, spaventato, ha provato a vivere fino a cent’anni e più, come Matusalemme, che ne avrebbe vissuti alcune centinaia.

E infine si è pur detto che – cento o sessanta o trentacinque – magari viver bene, armonia, wellness, apertura mentale, del cuore, solidarietà, viaggi, quel che piace, non va buttato; “che la vita quando cadi ti aspetta” - dice la canzone - e che insomma meglio che cadi soddisfatto e contento che intristito e preoccupato per il domani che poi chissà: ci sarà?

Allora, messa così, in questo modo laico e profano, banale, l’annuncio dell’angelo, come quello della Farinon, era esattamente ciò di cui abbisognavamo: l’annuncio che oggi non è l’ultima puntata.

Che a grande richiesta – come capita ai programmi di successo – la trasmissione sarà protratta ancora per due settimane: con una finalissima tra tutti i vincitori delle ultime edizioni, da Noè a venir giù, e con un “il meglio di” dell’ultima puntata, dove saranno riproposte le immagini più belle trasmesse dall’Eden dell’isola che non c’è più, o non ancora.

In verità, senza un annuncio non ha più senso vivere.

Se tutto fosse uguale a ieri, persino il vitto dei monaci, sempre quello; lo stesso spazio per passeggiare. Che nulla cambia come nel Deserto di Buzzati; che il sole tramonterà sempre a quell’ora, dal 1° gennaio all’ultimo dell’anno, sempre quello; che non c’è l’ora legale e che è giorno tutto l’anno o notte. Che questa è una.

L’unico annuncio universale è “che la vita non sarà tutta uguale, non sarà sempre la stessa” da stasera da domani in poi, tra un mese e chissà ancora.

E che forse domani vivrai in un modo migliore.

Tutto qui?

E’ tutto sì, perché è proprio di vivere e sopravvivere nel migliore dei modi che sentiamo il bisogno; di una immortalità che non sarà dolorosa e neppure noiosa. E che se si deve dormire, sia per sempre, senza annunci di sventura, quanto meno: che si spenga la radio e che non senta nulla che mi disturba un sonno totale e inconsapevole, senza nulla.

“Vi annuncio che vi sveglierò, l’ultimo giorno”. Spero che lo faccia dolcemente, senza le trombe del giudizio e senza la sveglia petulante della Nokia. Ogni risveglio con quel suono lì, è sì un annuncio, ma sovente di un giorno uguale ad altri, talora una condanna.

Risvegliaci sì, ma in modo e in un mondo migliore, senza il fastidio – direbbe mia mamma – di vicini invadenti e troppo rumorosi.  

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti