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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


Domina ... in mezzo ai tuoi nemici

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 4 Agosto 2020, 06:39am

Tags: #salmi, #versi

Ludovico Ariosto

Ludovico Ariosto

Si può discutere a lungo su quella che si potrebbe chiamare “sindrome da accerchiamento” e che coincide in buona misura con una tendenza al vittimismo ed alle sue strategie più o meno scoperte e più o meno consapevoli. L’atteggiamento in sé può costituire un’arma funzionale a ricompattare il consenso degli altri su di sé. Può aiutare a farci sentire sempre indubitabilmente dalla parte del giusto e dell’incompreso, cosa che spesso ci conforta e che procura il suo piacere e la nostra auto giustificazione. O infine ci sostiene nella fatica di vivere al di fuori del carro dei vincitori. Nessuno può dirsi con certezza estraneo sempre ed in ogni caso a questa inclinazione.

Su questo c’è anche un versetto del salmo 109 (in realtà il refrain è presente anche altrove) che mi ha fatto riflettere: (Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion) Domina in mezzo ai tuoi nemici.

Ora, quei nemici, veri o presunti che siano (e sto parlando di altri uomini, ovviamente, quindi di relazioni o meglio di mancate relazioni, talora impossibili) sono in primo luogo tutta una congerie di avvenimenti; anche di debolezze personali, di ciò che mina la nostra serenità, l’autostima, la voglia di vivere, il coraggio e la fiducia. Anche i propri difetti, reali o immaginari, certo; le cose di noi che non ci piacciono, che non vogliamo riconoscere, che ci fanno soffrire, le esperienze che non avremmo voluto mai vivere.

“Domina sulle macerie!”, forse, sarebbe ancora più pregnante e completo.

Occorre dominare con uno scettro tra le mani sulle macerie che ci portiamo dietro e con cui conviviamo, senza retorica, senza alimentare melense indulgenze e sensi di colpa eccessivi; riconoscendoci che comunque siamo chiamati ad essere i signori di quel che è ed è stato di noi. In ogni caso, siamo i sovrani della nostra esistenza.

È vero che – come si sostiene altrove – non potremmo aggiungere più di un attimo alle nostre esistenze (ma forse la medicina e gli stili di vita moderni, sì); ma è vero altrettanto che su quelle cose, in ogni caso, siamo chiamati a sedere come sul nostro trono, inevitabilmente. Bisogna imparare a starci consapevolmente più comodi.

Da quella prospettiva, quel che vediamo non è esattamente il Paese di Bengodi. E’ uno scenario di guerra su cui vogliamo portare la pace. Riconoscendoci signori anche di questa.

Ad accerchiarci semmai è la nostra incapacità a fare sintesi di quel che è.  

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