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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


Biglietti di auguri - I -

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 24 Dicembre 2019, 11:48am

Tags: #unica

Biglietti di auguri - I -

Auguri dunque – è Natale, quasi -  perché la lista è lunga e quest’oggi più volte torneremo ad aggiornarla. Perché così mi piace. E mi piace in modo particolare perché, se è di attesa e di avvento che si deve parlare, pensarci più di una volta è già un bel modo per aggiornarne la memoria. A maggior ragione se questo ci porta a pensare a noi stessi, a quel che aspettiamo ed a qualcuno che non siamo sempre ed esattamente solo noi. Consiglierei anzi di farlo più spesso. Magari può renderci felici ...

Ricordare, se non è rimpianto, rimorso o rancore, è sempre un bel modo di essere e di non essere soli.

Il primo augurio di questa mattina è a quelli che hanno riscoperto (molti miei colleghi) il Natale (da cartolina?). E, come da copione, con esso, storie, romanzi e simbologie, racconti. Dickens, trionfa tra i tanti. Né potrebbe essere diversamente.

Per quel racconto, in viaggio negli Stati Uniti, quasi due secoli fa, l’autore del David Copperfield e del Racconto di Natale, fu accolto come un eroe. E lo erano gli scrittori allora, più di ora. Pensate alla compagnia che dovevano fare a chi trascorreva tante ore vicino al camino, alle stufe a legna, in quelle case fredde, con quel clima, in un paese giovane ed ancora inesplorato allora, al di là dell’Oceano.

Il protagonista di quel racconto di Natale, per una mia strana associazione di idee, fino alla redenzione finale, mi sembra abbia quasi i caratteri del vecchio zio Sam, lo zio d’America; e del nostro contemporaneo Trump, impeachment compreso. Poi lui si riscatta. Per Trump vedremo …

Leggo con curiosità sul Corriere di qualche giorno fa l’ennesima ricostruzione della storia della simbologia natalizia, alberi portafortuna e presepi compresi. Che ci fanno riscoprire renne, Odino, San Nicola e san Francesco. Solo che Greccio – amici miei – non si trova in Umbria. E comunque resta un bel posto.

La storia di quel presepe del 1222 è nota a tutti. Meno la geografia.

Altri auguri a quelli che si dichiarano essere gli unici e ultimi difensori del cristianesimo in Occidente (lo ha fatto un ex ministro degli Interni di cui taccio il nome). Io sinceramente non mi sento difeso rappresentato né da lui né dalle sue schiere. Anzi, per dirla tutta, non sento neppure di dover essere difeso nella mia identità che, per altri versi costoro non rispettano in alcun modo.

Cristiano semmai mi ci sento lo stesso, senza che per questo si debba giocare fare i crociati.

Anzi, più forte ancora, sento le mie origini giudaico- cristiane. Il che fa sì che mi senta chiamato in causa ogni qual volta qualcuno di costoro ce l’ha con quelli che vorrebbe lobby e colpevoli di chissà quale colpa storica, per non dire divina. Il che peraltro avverrebbe per ogni popolo che fosse usato a questo modo.

Auguri infine, a quelli che impediscono che ciò accada.

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