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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


Regola di Vita

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 9 Novembre 2015, 10:36am

Tags: #unica

Regola di Vita

Una Regola di Vita

Potrei dire di aver letto e persino “studiato” tante regole di vita in tutti questi anni. Talora è avvenuto per motivi di studio (i miei studi di medievalistica fin dal’università me ne hanno fatto incontrare più d’una, inevitabilmente, da tradurre e da passare al vaglio della storia, appunto); talora invece per pura curiosità personale: dalla Vita di Antonio, a Benedetto, a Pacomio, agli Studiti, conosciuti grazie al lavoro della Comunità di Bose e all’editore Quiqajon, tra i tanti.

Mentre, le mie non infrequenti visite a strutture monastiche e fraternità di vita, antiche o invece di più recente formazione, me ne hanno presentato di altre: rinnovate, ispirate a quelle già esistenti, modificate e “contaminate” da vari contributi e così via. Di modo che se le prime personali incursioni risalgono agli anni dei miei studi universitari, con alcune finalizzate all’approfondimento dei miei studi stessi e infine alla preparazione della mia ormai remotissima tesi di laurea; le ultime sono davvero recenti e si giustificano in tutt’altro modo.

In ognuna di queste ad ogni modo, ho rinvenuto inevitabilmente degli aspetti assolutamente condivisibili, pur se i tempi cambiano e così anche gli uomini, tanto che per ciascuna di queste ci sono particolari che andrebbero rivisti – dico sommessamente – anche alla luce dei tempi nuovi che stiamo vivendo: è l’uomo stesso ad essere cambiato nel frattempo.

Si tratta di tesori di intelligenza e di moderazione ad ogni modo, sorretti da temperanza e approfondita conoscenza della natura umana, se così si può dire; cosicché, inventarmene di nuove mi sarebbe sembrato un atto ulteriore di estrema presunzione (qua già abbiamo più che spesso a che fare con un ego fin troppo ipertrofico!).

Una delle più note e delle più semplici ad ogni modo è quella dettata – come si racconta – da Francesco d’Assisi; anche se i più propendono a dire che Francesco non pensò mai ad una regola vera e propria; e che semmai fu “solo” opera e pensiero di collaboratori e successori la nascita della stessa, per quanto schematica essa sia, quasi un colpo di mano, secondo alcuni.

Molto più articolato in tal senso il dettato di san Benedetto – se ne legge ogni mattina in coro un articolo, ho veduto di persona – regola che nei secoli ha poi conosciuto più trasformazioni e rimaneggiamenti, adattamenti quanto meno; senza contare che la famiglia benedettina, ha visto nel tempo tanti rami crescere dal medesimo tronco; alcuni appassire com’è naturale.

A me è capitato di far visita molti anni fa agli Olivetani, per diporto; e Vallombrosani. Di questi ultimi ho letto di più in effetti, anche per motivi di studio: ricordo un buon libro su Vallombrosa peraltro, edito da Jaca Book, tra i tanti.

Norme e regola di vita differenti ho rinvenuto a Pontida ancora; e alla Badia di Cava dei Tirreni, dove ho pure insegnato. Conosco invece di Montecassino solo per motivi storico-letterari. Così come di Cluny. Mentre di Citeaux ho approfondito e soprattutto fatto esperienza diretta, considerato che avevo cominciato in quell’alveo il mio cammino da postulante tre anni fa (il postulante è colui che chiede di entrare nell’Ordine e si sottopone pertanto ad un periodo di valutazione).

Ce n’è tanta di carne a cuocere, a iosa, come si vede: al punto di rischiare di perdersi. E peraltro devo aggiungere che non passa giorno che non trovi altre esperienze interessanti.

Ma del resto come avviene in campo affettivo, non è che si possa passare in rassegna tutte le donne o gli uomini del mondo: ad un tratto si sceglie e basta. Poi, del buono c’è un po’ in tutti e dappertutto.

Dovrei aggiungere per completare il quadro – anche per un debito di riconoscenza personale – che da qualche anno il mio padre confessore è un domenicano – uno degli grandi ordini mendicanti, di grande livello culturale, ma sulla cui struttura mai mi sono soffermato.

Che mi è capitato di leggere molto (e per caso) sulla storia dei Premostratensi, di recente. Che infine ho conosciuto giovani e valide esperienze di Fraternità: quella di Gerusalemme, a Roma, con cui sono in ottimi e frequenti rapporti, anche di confronto.

Che anni fa mi è capitato di conoscere per motivi editoriali la realtà dei Francescani dell’Immacolata, oggi un po’ nell’occhio del ciclone. Che giù in Calabria avevo (ho?) dei buoni amici che han dato vita ai Piccoli Fratelli della Via; che infine a Minturno ho altri amici (e un po’ responsabilmente complici, in verità) che da poco si son costituiti in Fraternità (di San Bonifacio). Che mi piace confrontarmi in ogni caso per crescere.

Si tratta di una vera e propria galassia infinita di Ordini e Stati, come si vede, e non scendo nel particolare della differenze che esistono tra esperienza monastiche e Ordini Mendicanti, di cui pure abbiamo parlato mescolando l’una cosa all’altra; né tanto meno mi avventuro in ciò che è oggetto del diritto canonico e quant’altro. Non è questo che ci interessa, ora.

La distinzione mi sembrerebbe in questo spazio una questione di lana caprina e comunque ad uso esclusivo dei soliti addetti ai lavori.

Insomma è da questo travaglio e in questa temperie che nasce quel che sto vivendo; cosicché quel che qui si esperimenta è un adattamento appunto – non un rilassamento, spero – di queste indicazioni e di codeste regole di vita. E su quelle esperienze s’intende costruire lo svolgersi di ogni nostra giornata.

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