Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

la voce di simeone

la voce di simeone

cultura e spiritualità


La rispettosa laicità di un monsignore

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 20 Maggio 2023, 10:55am

Tags: #unica

La rispettosa laicità di un monsignore

Scrivo quasi per un debito di riconoscenza che va onorato. “Onorare un debito” è ancora un’espressione di uso comune? Mi sembra di no, tanto nella forma quanto nella sostanza del gesto. Ad ogni modo si fa per questo, benché della notizia sia venuto a sapere quasi per caso, perché nessuno evidentemente ha a cuore i vecchi amici di un vecchissimo prete dimenticato, scomodo, spigoloso ingombrante. E perché uno volta usciti dai giochi, lui e per fortuna anche io, si è normalmente condannati alla damnatio memoriae. Non me ne dispero.

Se n’è andato un uomo di quasi cento anni che conosco fin da quando ero un ragazzo. Che era un amico di mio padre, pur tra mille incomprensioni e contrasti, uno dal carattere forte ed uno che come tutti se ne va lasciando qualche rimpianto e parecchi che non l’hanno amato. Di questo ho la certezza, non la sensazione …

Mi venne presentato negli anni in cui ero appena uscito dal liceo. Non nascondo che avrebbe avuto piacere di farmi dei suoi. Che mi consigliò, che mi stimò e che alla fine, dopo un’esperienza contraddittoria con un Seminario che non venne riconosciuto da nessuno se non dai suoi (ex) amici di Cl (presto se ne sarebbe allontanato, anzi lo avrebbero tradito, come sosteneva) e che ne riempirono inizialmente le fila; finì anche col “ripudiarmi” per così dire, e col mettermi sostanzialmente alla porta.

Gliel’ho perdonato nella misura in cui questo mi consentì di riflettere su quello che stavo facendo.

Era una sua prerogativa questa: esercitare un po’ di pratica maieutica. Lo fece sempre nei miei confronti anche in anni successivi. Di tanto in tanto andavo a trovarlo prima a Roma dove si era ritirato, la mia città allora; poi nel suo ultimo rifugio di Vallo della Lucania, prima con le sue due anziane perpetue, infine da solo.

Gli portavo libri da leggere e facevamo lunghissime chiacchierate. Un tempo si sarebbe detta una guida spirituale. Mai forzato in nessun senso, sempre lasciato libero di “fare le tue esperienze” come diceva di consueto. Esperienze di cui amava farsi raccontare. Un uomo curioso dopotutto, con un’idea di Vangelo attivo e immerso nella vita della gente fino al collo, poco sensibile a certi sdiliqui mistici e spiritualizzanti.

Lo ricordo così, per un debito di riconoscenza, perché in fin dei conti è uno di quelli che ascoltano che ho incontrato e perché mi ha sempre detto di non abbassare la guardia e di non spegnere il cervello neppure in materia di fede. Non fu d’accordo con alcune mie scelte eppure mi lasciò fare.

Con il lockdown i nostri incontri si interruppero e non ripresero più neppure dopo. Una telefonata per comunicargli che mio padre se n’era andato ormai da qualche mese e la sua reazione un po’ stizzita perché non lo avevo avvisato tempestivamente. Lo avevo fatto per non turbare un uomo altrettanto anziano.

Se ne vanno gli anni in cui eravamo quelli di cui ci si prendeva cura perché si era ancora ritenuti giovani. Se ne va quel voto di consacrazione fatto per mano sua, dieci e più anni orsono. Se ne vanno in fin dei conti quelle cose che non ci siamo detti e che forse entrambi pensavamo.

Sapevo di averlo messo in difficoltà, anni addietro. Era consapevole che la guerra mi era stata fatta anche a causa sua, per colpire lui stesso.

Viene il tempo in cui si dimentica e si perdona. Ho libri dediche e lettere autografe che mi aveva inviato ed oggetti regalati da lui al tempo in cui era venuto via da Roma. Giuseppe Casale, di Trani, arcivescovo emerito di Foggia e Bovino. Avevamo amici e nemici comuni. Interessi convergenti e vite diversissime accomunate da un senso reciproco di rispettosa laicità.   

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti