Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

la voce di simeone

la voce di simeone

cultura e spiritualità


sul tronco di Iesse (o della tradizione)

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 11 Settembre 2021, 09:43am

Tags: #salmi, #preghiere

sul tronco di Iesse (o della tradizione)

Loda il Signore anima mia. E così ha inizio il salmo 145, con un incipit non memorabile, cioè consueto, cioè secondo una formula frequente e consolidata. E comunque – questo va sottolineato - a partire da uno stato d’animo che non sempre si associa alla preghiera, alla nostra (più spesso si prega per chiedere piuttosto che per ringraziare). Ciò che segue nel testo mi sembra che possa essere distinto sostanzialmente in tre momenti.

Il primo: non confidate nei potenti, uomini che non possono salvare. Esalano lo spirito e ritornano alla terra, in quel giorno svaniscono tutti i loro disegni. Letterale! Non confidare nell’uomo e nei potenti è una raccomandazione costante, presente anche in altri testi. Confidare sì, ma in Dio – si suggerisce di conseguenza. Gli uomini di contro, muoiono o piuttosto tradiscono. Vanità delle vanità e vite brevi quelle di questi uomini. Da Qoelet in poi, torna il tema: vivono settanta o ottant’anni i più robusti, i loro anni passano presto però etc. (89).

Motivo 2: Chi si fida di Dio invece sa che Egli ha fatto cielo e terra, il mare e quanto contiene. Che rimarrà fedele per sempre.

Motivo 3  la sua fedeltà si manifesta nella sua opera di giustizia e nello sconvolgere le certezze degli uomini, delle loro società inique. Il meccanismo anche retorico usato, ricorda molto il procedimento del Magnificat: rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie degli empi. Gli argomenti usati nel Magnificat e quindi anche nel salmo presente, sono evidenti anche nel calco originario del Magnificat stesso, nella preghiera di ringraziamento di Anna, madre di Samuele, nel I libro di Samuele.

Non ci si stupisca della continuità tematica e formale. Del resto anche i testi biblici rispondono ad una possibile classificazione stilistica e retorica; si rifanno ad un genere ed ai suoi schemi. Il che è inevitabile, soprattutto se si pensa alla loro originaria destinazione d’uso, la recitazione processionale, collettiva, alternata in cori, il canto.

Sfuggire a delle norme e a forme precostituite era quindi impossibile. A tutto ciò consegue anche la ripetizione di temi e di atteggiamenti che diremo quindi “di genere”, al modo in cui – fatte le debite proporzioni – tutte le scuole ripropongono secondo gli stessi stilemi, argomenti analoghi e topos letterari (si pensi alla poesia bucolica e pastorale per fare un esempio, a quella arcadica).

Ecco, senza che nessuno se ne scandalizzi, il salmo 145 appare per così dire “un centone” cioè un collage di forme e temi usuali, molto meno memorabile di altri componimenti. Anche in un libro sacro ci sono pagine incisive ed altre meno. Non è detto che nella memoria della gente restino sempre quelle più significative, peraltro.  

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti