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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


La pretesa di volare

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 24 Novembre 2020, 18:33pm

Tags: #versi, #preghiere

La pretesa di volare

Domani chiudiamo un lavoro che mi ha visto impegnato per due anni, circa. Mi sembra molto suggestivo che ad un mese esatto dall’inizio delle celebrazioni per l’anniversario dantesco, 1321, e per cui già si sono mossi in tanti in campo editoriale, mi trovi finalmente a chiudere il mio, di itinerario. Non ho preso in esame l’opera omnia del poeta. Solo – e dico “solo” – una rilettura della Commedia, tutta intera. Non era avvenuto neppure durante gli anni di studio all’Università. L’ho fatto, centellinando i passi e le suggestioni. Magari ne resterà una piccola traccia da pubblicare.

Spunti presi qua e là, canto per canto. La scoperta di episodi e di figure, tra le righe, che non conoscevo. Da domani, forse mi mancherà. Non che manchino gli impegni ...

Siamo fatti così: “donna se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali”. E’ il commiato della preghiera di san Bernardo.

La chiesa lo ha adottato per le feste di Maria, come inno da recitare all’Ufficio, cioè alla prima preghiera del mattino. Ci sono termini che mi paiono di volta in volta, così evocativi. La disianza e le sue ali sono tra questi. Perché siamo un desiderio senz’altro continuo ed inesausto, che vuol volare. E a cui nondimeno spesso mancano le ali per spiccare in volo.

Siamo una velleità, in buona misura, come dicono i filosofi, velleità inutili al modo degli esistenzialisti. E non bisogna scandalizzarsene, anche allorquando il salmo 130 recita invece (ma si tratta solo di un auspicio, non della realtà: “non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono come tranquillo come un bimbo svezzato, come un bimbo svezzato è l’anima mia”. Così che trovo una strana somiglianza tra il bimbo svezzato ed irrequieto del salmo, perché tale è, e quello che spesso i pittori hanno posto in braccio a Maria, sempre con un slancio verso l’esterno, a liberarsi in qualche modo: come chi si volesse lanciare. Verso cosa, non saprei dire.

I piccoli, tenuti in braccio, lo compiono spesso questo movimento, come un conato, come un impulso, un istinto, altro che!

Ci mancano le ali per mettere in volo desideri. C’è chi ne trova nella Madre di Dio: chiede e ritiene di potere ottenere (qual vuol grazia e a te non ricorre); e c’è chi mette le ali ai propri desideri cercando in altro e altrove.

E’ stato forse velleitario il volo di Icaro intrapreso nel rileggere da parte mia la Commedia, in questi mesi. E’ stata una bella pretesa. Ora che pare sia finita, mi piace andare sull’atlante del mio volo e rivedere le cose molte che ho sorvolato.

Mentre eravamo in volo, molte cose sono occorse a me ed in terra, non tutte grandi e non sempre memorabili. Sarò velleitario, ma si sta meglio lassù.     

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