Quasi non posso ancora respirare

Non sapete cosa sia questo libro? È uno dei quattro volumi che si usano per meditare (e pregare) durante l’anno tra gli emuli di san Francesco. Non solo tra loro …

Quello che vedete in foto, è dedicato al periodo di Quaresima e di Pasqua. Chiuso ieri, con Pentecoste. Chiuso. Ed ho tirato un sospiro di sollievo. Riposto sul suo scaffale.

Perché ha perfettamente coinciso con i mesi più oscuri della nostra vita. Chissà come saranno i prossimi.

Per un attimo, senza soffermarmi, in un baleno, sono riandato per la prima volta con lo sguardo volto a ritroso da quel 9 di marzo. Quel libro c’era. Le chiusure; appena trasferito in una casa ed in posto che non conoscevo; lo sguardo dalla finestra su di un paesaggio cristallizzato; attaccato alla radio, la sera il bollettino, i notiziari, le telefonate, il timore per le persone; la separazione da ogni cosa; la vita da clandestino, le file al supermercato, il giornale, il caffè a casa, notizie da lontano, i libri e la ginnastica, il teatro in video a farmi compagnia. E sempre questo libro di preghiere, a volte benedetto, altre muto, come tutto il resto ...

Ieri sera l’ho chiuso letteralmente, come vedi fare nei film, davvero, ed ho detto “meno male! Finito!”.

L’ho riposto lassù. Che vada a dormire.

Quello che ci mettiamo alle spalle è noto. O forse lo scopriremo dopo, quando avremo il fegato di ripensare.  Molto meno per ora quello che incontreremo. Altri capitoli davvero. Altro non so dire. Come tanti anche io quasi “non riesco a respirare”.