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la voce di simeone

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cultura e spiritualità


E il modo ancor m'offende - Fede e religio secondo Ravasi

Pubblicato da Enzo Maria Cilento - fratel Simeone su 17 Giugno 2019, 11:04am

Tags: #la dichiarazione

Corridoi della Rocca Malatestiana di Cesena

Corridoi della Rocca Malatestiana di Cesena

Bella l’intervista di Aldo Cazzullo, ieri sul Corriere della Sera, al cardinale Ravasi. “Non ci si salva con le manifestazioni esteriori, ma con la profonda adesione alle scelte morali ed esistenziali. Non è il gesto rituale che salva. [….] Altrimenti è rito magico. Magia”. 

“Fede e religione non sono sinonimi del resto. Anche se tra loro connessi. La fede è un’esperienza esistenziale, una scelta radicale. La religione è la manifestazione esteriore. Agitare il Vangelo, ostentare il rosario, baciare il crocefisso non fa di te necessariamente un credente”.

Il che, se vogliamo, è persino banale nella sua evidenza, nella totale coerenza con quanto Cristo, non io e non altri, raccomanda ed indica nel Vangelo, tra Sadducei e Farisei che credono e non credono, ora negando una resurrezione, ora amplificando norme e rituali visibili, da spettacolo in prima fila.

E che la divaricazione tra essere ed apparire sia una eterna questione, anche in questo seminato, mai risolta oltretutto, perché, signori, “questo è l’uomo”, sta nell’esperienza quotidiana che viviamo. Guardando quel che ci circonda e quel che siamo noi stessi in qualche occasione. E in una certa percentuale, sempre. Persino restando soli, quando pure mancherebbe il pubblico degli astanti.

Sono peraltro parole consolanti, per chi alla religio lega il cuore assai meno che alla fede, cioè alla sostanza più che alla semplice manifestazione/devozione. Alla sola professione. Religio, cultualità spesso come contenitore del tutto vuoto. Fede come ciò che lo riempie e che chiede di suo sempre il minimo della struttura esteriore.

So bene di far storcere il naso ai liturgisti e ai cultori di ogni genere di cornici, toccati forse nel vivo, a torto, non essendo essi l’obiettivo. Ma il motivo del contendere qui non è la ragionevolezza della loro opera, intendiamoci. Semmai lo è la profondità di ciò che essa simboleggia e adorna.

E qui Ravasi dice bene: Il cristianesimo non è cosa comoda. Noi oggi dobbiamo e possiamo provocare. Dire anche il contrario di ciò che è dominante, quand’è il caso. Cristo del resto è stato in cattiva compagnia: prostitute, peccatori, apostoli che lo tradiscono …

Aria pura per orecchie come le mie. E’ allora che mi ricordo la ragione per cui sono qui, ciò che mi ha preso e mi ha convinto, a suo tempo. E ciò che mi disturba, il modo che ci offende ancora …

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